lunedì 15 marzo 2010

'joshua tree'

Non è proprio Social Sostenible Housing, ma è quantomeno un esempio interessante. Penso soprattutto a certe regioni del pianeta che sono inospitali per buona parte dell'anno, ma che in determinate stagioni possono comunque ospitare l'uomo. Una sorta di transumanza tecnologica. Rimango comunque perplesso sui costi. Tuttavia, sul terreno dove si posizionano queste abitazioni, al massimo rimane qualche sgommata.

2 commenti:

  1. in effetti non è male dal punto di vista formale - anzi l'interno è pure un po' alla moda... - rivisitando la "casamobile" dei mitici '70...

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  2. E' il mio primo commento su questo blog, spero di non trasgredire nessuna regola del blog scrivendo qui. In merito al progetto indicato:

    Sicuramente interessante ma a me ricorda l'esodo dei caravan e delle roulotte in fila in auto ad inizio e fine estate, ma probabilmente è solo un mio incubo infantile! Formalmente trovo che attualizzino il tema della capanna, nella sua semplicità probabilmente uno dei luoghi dove abitare, più semplici e meno invasivi per il territorio dove si inserisce. Purtroppo non usa i materiali e di conseguenza il linguaggio del posto dove si insedia ma, proprio come un caravan, rischia di risultare una scatola tecnologica in mezzo al paesaggio. Le abitazioni "mobili" dei paesi nomadi (a cui concettualmente potrebbe riferirsi joshua tree) hanno invece proprio il pregio di appartenere al luogo dove si posano, gli appartengono nei colori, nei materiali e nelle forme che nascono seguendo precise esigenze climatiche e/o funzionali del territorio.

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